![]() di efficacia nella prevenzione e nel trattamento degli eventi trombo-embolici. Esistono diversi studi che dimostrano gli effetti benefici degli AP, soprattutto per l'acido acetilsalicilico (ASA) che si è dimostrato efficace nel ridurre l'insorgenza di eventi cardiovascolari maggiori proprio in prevenzione secondaria. Viceversa, in assenza di patologie cardiovascolari mancano ancora oggi solide evidenze scientifiche sul profilo rischio-beneficio di questi farmaci. Le maggiori controversie si focalizzano in quella proporzione di soggetti a rischio intermedio, come i diabetici a basso rischio cardiovascolare, in particolare di sesso femminile, oppure i soggetti non diabetici nei quali la presenza di fattori di rischio, quali la familiarità, l'ipertensione, il fumo di sigarette, la dislipidemia o l'obesità, non necessariamente giustifica l'utilizzo di antiaggreganti piastrinici a lungo termine, visto il potenziale rischio emorragico. rente rischio cardiovascolare distinguendo per presenza o meno di diabete mellito. dei pazienti di età > 45 anni senza malattie cardiovascolari (coronarica o ischemica cerebrale) e senza diabete mellito, classificati in base alla presenza dei seguenti fattori di rischio cardiovascolare: (a) obesità, (b) fumo, (c) iperlipoproteinemia, (d) ipertensione, (e) familiarità per patologie cardiovascolari, (f) fibrillazione atriale (Denominatore). dei pazienti di età > 45 anni senza malattie cardiovascolari (coronarica o ischemica cerebrale), affetti da diabete mellito e classificati in base alla presenza dei seguenti fattori di rischio cardiovascolare: (a) obesità, (b) fumo, (c) iperlipoproteinemia, (d) ipertensione, (e) familiarità per patologie cardiovascolari, (f) fibrillazione atriale (Denominatore). domized controlled trial. JAMA 2008;300:2134-41. 43 De Berardis G, et al. Aspirin for primary prevention of cardiovascular events in people with diabetes: meta-analysis of ran- domised controlled trials. BMJ 2009;339:b4531. |