![]() Se prendiamo in considerazione i dati del database di HS-CSD LPD e li confrontiamo con dati di studi specialistici (Kaplan NM ed. Clinical Hypertension, 7th ed.) notiamo una accettabile vicinanza dei valori di prevalenza, e in particolare se esaminiamo alcune forme di ipertensione secondaria quali l' ipertensione nefroparenchimale (1.0 5.0 su 10.000 in letteratura), l' ipertensione nefrovascolare (0.1 0.8), l' iperaldosteronismo (0.3 0.5), la sindrome di Cushing (0.1 0.2), il feocromocitoma (0.1 0.2), la coartazione aortica (1.0 - 0.2). Soffermandosi sul numero dei casi di ipertensione secondaria da sindrome delle apnee notturne, il numero assoluto di 900.000, riportato dai dati ISTAT 2003, è inferiore, se traslato ai dati di preva- lenza, a quanto presente in HS per il 2009. Entrambi i valori sono comunque elevati, e siccome la diagnosi di questa patologia secondaria, più che per altre forme di ipertensione secondaria, riveste una notevole importanza nell'attività quotidiana del MMG, è corretto focalizzarsi su quelli che sono i segni e sintomi che il clinico deve prendere in considerazione in questo ambito assistenziale. Questo quadro clinico rappresenta spesso una complicazione dell'obesità (oltre il 60% nell'obesità grave) e possiede un elevato rischio cardio vascolare che include le aritmie maligne e lo scompenso cardiocir- colatorio. Clinicamente, questi sono gli aspetti sostanziali da tenere in considerazione: Anamnesi: russamento, apnea durante il sonno, risvegli frequenti, crisi dispnoiiche, nicturia, alterata attività durante il sonno, eccessiva sonnolenza diurna, cefalee, perdita della memoria, depressione. Esame obiettivo: ipertensione, sovrappeso (soprattutto viscerale), alterazioni della cavità orale (iper- trofia tonsillare, ugola ispessita). Diagnosi: è indispensabile uno Studio Polisonnografico notturno col quale è possibile distinguere tre gradi di apnea notturna, e la registrazione della pressione arteriosa nelle 24 ore che dimostra valori pressori più alti durante la notte e incremento dei valori pressori al mattino con eccessiva variabilità dei valori pressori stessi e picchi pressori eccessivi notturni. Trattamento: Il paziente con sindrome delle apnee notturne presenta un rischio cardiovascolare molto elevato e richiede un intervento terapeutico efficace per correggere la desaturazione di ossi- geno e le sue conseguenze. Tra queste rientra l'Ipertensione resistente che richiede l'impiego di 3 o più farmaci antipertensivi; in questo contesto anche il calo ponderale è fondamentale per il raggiun- gimento dei target terapeutici. In conclusione è possibile affermare che, alla luce del ruolo cardine della Medicina Generale nel mo- nitoraggio e trattamento dell'ipertensione secondaria, la corretta codifica e registrazione di questa malattia, ancora non perfettamente in linea con le stime attese di prevalenza per alcune specifiche sotto-categorie diagnostiche, potrebbe essere funzionale a valutare e migliorare l'approccio assisten- ziale di diagnosi e trattamento per questa specifica patologia. |