![]() di diarrea. La codifica della diagnosi è essenzialmente su base clinica essendo richiesti accertamenti correlati al problema in circa il 10% dei pazienti e la coltura delle feci, l'accertamento diagnostico più richiesto, è prescritto nel 6,5% dei pazienti con patologia diarroica. Le patologie diarroiche con codici ICD-9 corrispondenti alle forme di acuzie sono gestite in oltre il 15% degli assistiti dei MMG italiani ed è peculiare il decrescere della prevalenza con l'aumentare dell'età. Di converso, l'uso degli antimicrobici intestinali (Codice ATC A07A), i farmaci più utilizzati nelle diarrea, aumenta parallelamente all'aumentare dell'età. Dopo gli antimicrobici intestinali, la classe dei farmaci più utilizzata è quella dei microrganismi antidiarroici (A07FA), seguita dagli anti- propulsivi (A07DA). La prescrizione relativamente limitata dei microrganismi antidiarroici (i vecchi "fermenti lattici", oggi meglio definiti come "probiotici") è spiegabile con l'automedicazione dei nostri pazienti e/o con il consiglio telefonico all'utilizzo, come per gli antipropulsivi. In conclusione possiamo affermare che il problema diarrea, pur essendo una condizione prevalentemente benigna alle nostre latitudini, interessa una parte rilevante dei nostri assistiti ed è di frequente presentazione nella forma acuta con il coinvolgimento prevalente delle classi giovane-adulta di età. Il trattamento della diarrea acuta è essenzialmente empirico e la gestione diviene più complessa nelle forme persi- stenti o croniche di diarrea in cui deve essere ricercata la possibile causa organica sottostante. L'insonnia definisce l'esperienza soggettiva del paziente di un sonno insufficiente (scarsa durata) o poco ristoratore (scarsa qualità) e si può manifestare con uno o più indicatori notturni: difficoltà a iniziare e/o a mantenere il sonno, presenza di risvegli precoci, sensazione di sonno poco ristoratore (insonnia di 1° livello). Quando, oltre agli indicatori notturni, sono presenti anche sintomi diurni quali astenia, irritabilità, ansia, sonnolenza, difficoltà di concentrazione, depressione, si configura un'insonnia di 2° livello. Esistono diverse varietà di insonnia che possono essere caratterizzate in base alla durata, alla gravità e al tipo. Riguardo alla durata, si distinguono l'insonnia occasionale, presente di solito per pochi giorni in persone con una normale storia di sonno; l'insonnia breve o di recente insorgenza, di durata inferiore a un mese; l'insonnia di lunga durata o persistente/cronica, di durata superiore a un mese. La gravità dell'insonnia dipende dalla sua distribuzione temporale e viene con- siderata grave quando è presente per tre notti alla settimana per almeno un mese. Ognuno ha il proprio bisogno di sonno e occorre quindi stabilire a quale ipnotipo possa appartenere il paziente, lungo o breve dormitore e a quale cronotipo, serotino (gufo) o mattutino (allodola). Il tipo di insonnia si configura nella difficoltà di addormentamento (insonnia iniziale), nel sonno frammen- tato (insonnia centrale) o con risvegli precoci verso mattina (insonnia terminale). Nel caso sia indicata una terapia farmacologica, questa distinzione è importante per decidere la strategia più appropriata, facendo ricorso ai diversi farmaci sulla base della loro emivita (es. emivita breve in caso di insonnia iniziale). Riguardo alle cause, l'insonnia viene definita primaria quando in sede anamnestica non si evidenzia alcuna causa apparente (20%), mentre è definita secondaria quando dipende da situazioni di comor- bidità, da situazioni ambientali o da scarsa igiene del sonno (80%). Il problema però non si esaurisce qui perché già da tempo sono emerse evidenze che correlano l'insonnia con patologie di varia natura. Infatti il disturbo di sonno, oltre a rappresentarne una po- tenziale causa, ne influenza l'evoluzione e la prognosi in senso negativo. Tra le più note, alcune pa- tologie psichiatriche quali depressione, disturbi d'ansia, bouffée deliranti, riacutizzazioni psicotiche, ma anche patologie internistiche, soprattutto disturbi cerebro-cardiovascolari, malattie metaboliche |