![]() morti negli uomini ed il 55% nelle donne. La prevalenza di queste malattie varia in base alle differenti fonti di informazione sebbene essa si possa stimare intorno al 2.5% per l'infarto del miocardio e l'ictus e intorno al 1.8% per l'angina pectoris (senza infarto miocardico) nella popolazione adulta. Per quanto riguarda lo scompenso cardiaco, che in molti casi rappresenta il punto di arrivo di molte patologie ischemiche, la pre- valenza è stimata intorno all'1.2-1.5%. Le malattie cardiovascolari e lo scompenso rappresentano non solo un importante fonte di spesa a carico del SSN, ma soprattutto comportano gravi conseguenze in termini di qualità della vita e costi sociali ad essi connesse. La prevenzione delle patologie cardiovascolare, d'altra parte, rappresenta una delle poche strategie di sicura efficacia, rapido effetto e basso costo per contrastare l'aumento della disabilità e della dipendenza associate all'aumento della durata media della vita. L'identificazione dei soggetti ad elevato rischio cardiovascolare rappresenta pertanto uno degli obiet- tivi principali della prevenzione primaria e secondaria e costituisce la premessa necessaria per l'attiva- zione di azioni finalizzate alla riduzione dei fattori di rischio modificabili, dal cambiamento dello stile di vita all'intervento farmacologico. tuttora piuttosto scarso, in particolare riguardo ai livelli di pressione arteriosa ed al controllo lipidico, nonostante le linee guida nazionali ed internazionali individuano tale azione come prioritaria in una strategia rivolta alla riduzione dell'incidenza di eventi cardiovascolari dei costi ad essi connessi. Rela- tivamente al controllo della PA, diverse evidenze indicano che: tenuta indefinitamente, recenti studi hanno evidenziato un numero elevato di soggetti sotto-trattati ed una bassa aderenza (compliance) al trattamento. La mancata compliance esercita una duplice influenza sui costi sanitari, sia come conseguenza del costo di una prescrizione non efficace, sia in relazione all'aumento del numero di eventi cardiovascolari. LDL circolante varia in relazione al livello di rischio cardiovascolare del paziente da <70-100 mg/dL in prevenzione secondaria o in presenza di alto rischio cardiovascolare e diabete, fino a <130 mg/dL nei soggetti a moderato rischio cardiovascolare. Le indagini economiche hanno dimostrato un rap- porto costo-efficacia favorevole in prevenzione secondaria; viceversa nella prevenzione primaria tale rapporto è strettamente dipendente dal livello di rischio e dalla capacità di mantenere un adeguata compliance al trattamento in pazienti potenzialmente più giovani ed asintomatici. pean Society of Cardiology and other societies on cardiovascular disease prevention in clinical practice. Eur J Cardiovasc Prev Rehabil 2007; 14 (Suppl 2):S1-113. 20 Guidelines for the diagnosis and treatment of chronic heart failure: executive summary (update 2005): The Task Force for the Diagnosis and Treatment of Chronic Heart Failure of the European Society of Cardiology. Eur Heart J 2005; 26:1115-40. 21 Mazzaglia G, Ambrosioni E, Alacqua M, et al. Adherence to antihypertensive medications and cardiovascular morbidity among newly diagnosed hypertensive patients. Circulation.2009;120:1598-605. 22 Ward S, Llyod Jones M, Pandor A, et al. A systematic review and economic evaluation of statins for the prevention of coro- nary events. Health Technol Assess. 2007; 11):1-160, iii-iv. |