Page 116 - VIII REPORT HS (2013-2014)
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RICERCHE A CURA DEI MMG ADERENTI AL NETWORK “HEALTH SEARCH” ( 105 )
4.2.4 P REVALENZA DEI DISTURBI DEL SONNO IN MEDICINA GENERALE
Premessa
Sebbene il sonno sia fondamentale per la sopravvivenza, non è ancora stato chiarito il suo contri-
buto al mantenimento dell’omeostasi dell’organismo. Esiste una grande variabilità individuale nella
necessità di dormire; nei soggetti sani varia dalle 4h alle 10h ogni 24h. Vari fattori, compreso lo
stato emozionale e l’età, influenzano la durata e l’adeguatezza del sonno. Tra i disturbi del sonno,
l’insonnia (ossia, l’esperienza soggettiva del paziente di un sonno insufficiente o di scarsa qualità)
è quello maggiormente diffuso e i soggetti che ne soffrono hanno una maggiore frequenza di
patologie concomitanti (in particolare cardiovascolari e psichiatriche). Negli ultimi decenni sono
stati pubblicati studi volti ad approfondire la stretta relazione tra sonno e patologie cardiovascolari.
Fisiologicamente il sonno è un processo finemente regolato da strutture prevalentemente sotto-
corticali e la sua architettura è sincrona alla fluttuazione simpatico-vagale. Nei pazienti insonni si
apprezza uno squilibrio dell’oscillazione simpatico-vagale a favore dell’attivazione simpatica con un
mancato “rallentamento” parasimpatico notturno. Dal punto di vista clinico questo si traduce in
una tendenza degli insonni ad avere una frequenza cardiaca e valori pressori sistemici significativa-
mente più elevati rispetto ai controlli, sia durante il sonno sia durante la veglia. Pertanto, i pazienti
insonni tendono ad avere un maggior rischio di sviluppare patologie cardiovascolari quali aritmie
sopraventricolari e ventricolari, cardiopatia ischemica ed eventi cerebrovascolari. La privazione di
sonno determina, inoltre, un maggior rischio di sviluppare obesità e diabete mellito, verosimilmen-
te a causa di un’alterata secrezione ormonale. Nei pazienti insonni osserviamo, infatti, un aumento
dei livelli circolanti di catecolamine, cortisolo, ACTH e grelina (l’ormone “della fame”), nonché una
diminuzione della leptina (l’ormone “della sazietà). E’ importante sottolineare, però, che la relazio-
ne insonnia-patologie cardiovascolari sembra essere bidirezionale: da un lato l’insonnia determina
un aumentato rischio cardiovascolare, dall’altro l’insonnia stessa può essere causata da patologie
cardiovascolari (insonnia secondaria). Nonostante la rilevante prevalenza dell’insonnia nella popo-
lazione generale, questa risulta spesso sottovalutata dal paziente e sotto diagnosticata dal medico
di medicina generale (MMG). Alla luce di questo dato e degli studi sulla relazione tra insonnia e
patologia cardiovascolari, questo studio si pone l’obiettivo di fotografare tale problema nell’ambito
della medicina generale italiana, stimando la prevalenza di disturbi del sonno nella popolazione in
carico ai MMG aderente al network Health Search (HS), anche in funzione di diversi fattori, intesi
come fattori di rischio o come conseguenze del disturbo.
Il Metodo
Sono stati considerati eleggibili per lo studio i pazienti in carico presso i 700 MMG del network
HS, “validati” per la qualità del dato registrato. Tali soggetti dovevano avere un’età ≥14 anni e
dovevano essere attivi al 31/12/2012 nel database HS. A partire da tale popolazione di riferimento
e mediante l’individuazione di specifici codici ICD9, è stata calcolata la prevalenza di disturbi del
sonno nel modo seguente:
[numeratore] numero di individui con diagnosi di disturbi del sonno (ICD9CM: 780.50--780.52-
-780.55-780.56--780.59--307.4--307.40--307.41--307.42--307.43--307.44--307.45--307.47--
307.49);
[denominatore] numero di individui presenti nella popolazione dei medici ricercatori HS attiva al
31/12/2012.
Le analisi sono state stratificate per genere, età e per i seguenti fattori: BMI; fumo; ipertensione;
diabete, dislipidemia, circonferenza addominale.
4.2.4 P REVALENZA DEI DISTURBI DEL SONNO IN MEDICINA GENERALE
Premessa
Sebbene il sonno sia fondamentale per la sopravvivenza, non è ancora stato chiarito il suo contri-
buto al mantenimento dell’omeostasi dell’organismo. Esiste una grande variabilità individuale nella
necessità di dormire; nei soggetti sani varia dalle 4h alle 10h ogni 24h. Vari fattori, compreso lo
stato emozionale e l’età, influenzano la durata e l’adeguatezza del sonno. Tra i disturbi del sonno,
l’insonnia (ossia, l’esperienza soggettiva del paziente di un sonno insufficiente o di scarsa qualità)
è quello maggiormente diffuso e i soggetti che ne soffrono hanno una maggiore frequenza di
patologie concomitanti (in particolare cardiovascolari e psichiatriche). Negli ultimi decenni sono
stati pubblicati studi volti ad approfondire la stretta relazione tra sonno e patologie cardiovascolari.
Fisiologicamente il sonno è un processo finemente regolato da strutture prevalentemente sotto-
corticali e la sua architettura è sincrona alla fluttuazione simpatico-vagale. Nei pazienti insonni si
apprezza uno squilibrio dell’oscillazione simpatico-vagale a favore dell’attivazione simpatica con un
mancato “rallentamento” parasimpatico notturno. Dal punto di vista clinico questo si traduce in
una tendenza degli insonni ad avere una frequenza cardiaca e valori pressori sistemici significativa-
mente più elevati rispetto ai controlli, sia durante il sonno sia durante la veglia. Pertanto, i pazienti
insonni tendono ad avere un maggior rischio di sviluppare patologie cardiovascolari quali aritmie
sopraventricolari e ventricolari, cardiopatia ischemica ed eventi cerebrovascolari. La privazione di
sonno determina, inoltre, un maggior rischio di sviluppare obesità e diabete mellito, verosimilmen-
te a causa di un’alterata secrezione ormonale. Nei pazienti insonni osserviamo, infatti, un aumento
dei livelli circolanti di catecolamine, cortisolo, ACTH e grelina (l’ormone “della fame”), nonché una
diminuzione della leptina (l’ormone “della sazietà). E’ importante sottolineare, però, che la relazio-
ne insonnia-patologie cardiovascolari sembra essere bidirezionale: da un lato l’insonnia determina
un aumentato rischio cardiovascolare, dall’altro l’insonnia stessa può essere causata da patologie
cardiovascolari (insonnia secondaria). Nonostante la rilevante prevalenza dell’insonnia nella popo-
lazione generale, questa risulta spesso sottovalutata dal paziente e sotto diagnosticata dal medico
di medicina generale (MMG). Alla luce di questo dato e degli studi sulla relazione tra insonnia e
patologia cardiovascolari, questo studio si pone l’obiettivo di fotografare tale problema nell’ambito
della medicina generale italiana, stimando la prevalenza di disturbi del sonno nella popolazione in
carico ai MMG aderente al network Health Search (HS), anche in funzione di diversi fattori, intesi
come fattori di rischio o come conseguenze del disturbo.
Il Metodo
Sono stati considerati eleggibili per lo studio i pazienti in carico presso i 700 MMG del network
HS, “validati” per la qualità del dato registrato. Tali soggetti dovevano avere un’età ≥14 anni e
dovevano essere attivi al 31/12/2012 nel database HS. A partire da tale popolazione di riferimento
e mediante l’individuazione di specifici codici ICD9, è stata calcolata la prevalenza di disturbi del
sonno nel modo seguente:
[numeratore] numero di individui con diagnosi di disturbi del sonno (ICD9CM: 780.50--780.52-
-780.55-780.56--780.59--307.4--307.40--307.41--307.42--307.43--307.44--307.45--307.47--
307.49);
[denominatore] numero di individui presenti nella popolazione dei medici ricercatori HS attiva al
31/12/2012.
Le analisi sono state stratificate per genere, età e per i seguenti fattori: BMI; fumo; ipertensione;
diabete, dislipidemia, circonferenza addominale.