Page 118 - VIII REPORT HS (2013-2014)
P. 118
RICERCHE A CURA DEI MMG ADERENTI AL NETWORK “HEALTH SEARCH” ( 107 )

DISLIPIDEMIA N %
Si 15.687 10,38
No 36.875 4,70
CIRCONFERENZA ADDOMINALE
Femmine <80 42 8,99
Femmine 80-88 61 15,80
Femmine >=88 130 13,08
Maschi <94 52 7,59
Maschi 94-102 54 8,23
Maschi >=102 -
TOTALE 52.562 -
5,61

Il parere del Medico di Medicina Generale
L’insonnia è il disturbo del sonno più comune e diffuso in tutto il mondo. I dati sulla prevalenza
nella popolazione generale varia dal 10% a oltre il 50% e questa disomogeneità è legata alla
definizione utilizzata e alla modalità di rilevamento dei dati. Nell’ambito della medicina generale
italiana i due studi principali, Morfeo1 (2000) e Morfeo 2 (2003), evidenziarono una prevalenza
media dell’insonnia del 52% (64%-40%). La prevalenza dell’insonnia nella popolazione italiana,
stimata in base ai dati raccolti nel database HS, sembra essere molto inferiore ai dati raccolti dallo
studio Morfeo (5,61% vs 52%). La discrepanza tra i dati HS e quelli dello studio Morfeo può essere
dovuta sia al fatto che nello studio Morfeo l’insonnia veniva ricercata attivamente, sia a una scarsa
segnalazione dell’insonnia all’interno del database HS. Questo secondo aspetto confermerebbe co-
me nella pratica quotidiana i disturbi del sonno siano spesso sottovalutati e sotto diagnosticati. E’
possibile, infatti, che il problema “insonnia” non sia correttamente codificato dai MMG aderenti a
HS perché tale da non richiedere la prescrizione di un farmaco ma un miglioramento dell’igiene del
sonno, oppure tale da richiedere una terapia, prescritta però per comodità “a mano” e non tramite
il software, in quanto i farmaci ipnoinducenti e sedativi sono tutti in fascia C e non sono rimborsati
dal SSN. In accordo con la letteratura internazionale, i dati di HS sottolineano come la prevalenza
di insonnia sia maggiore nelle donne (6,86% vs. 4,27%) e maggiore nei pazienti anziani, fino ad
arrivare all’11,47% negli ultra 65enni. L’insonnia può essere classificata in relazione alla causa in
insonnia primaria e in insonnia secondaria. Nell’insonnia secondaria è importante ricercarne la cau-
sa: spesso è situazionale e transitoria, associata a una cattiva igiene del sonno (ambienti rumorosi,
troppo illuminati, troppo affollati, uso/abuso di sostanze voluttuarie, eccessiva attività fisica o in-
tellettuale serale, etc.) o a situazioni psicologiche stressanti (lutto, separazione, difficoltà lavorative
o famigliari). In altri casi, invece, le insonnie secondarie sono correlate a un disturbo psichiatrico,
all’uso di farmaci/sostanze, o a malattie internistiche (soprattutto patologie cardiovascolari). I dati
di HS confermano questo aspetto; la prevalenza di insonnia, infatti, risulta maggiore nella popo-
lazione affetta dalle più comuni patologie cardiovascolari (ipertensione, diabete e dislipidemia) e
nei pazienti che presentano uno dei principali fattori di rischio cardiovascolare, ossia il sovrappeso
(inteso sia in termini di BMI, sia in termini di circonferenza addominale). In conclusione, dai dati
analizzati e dallo studio della letteratura emerge la necessità di un corretto riconoscimento dell’in-
sonnia da parte di ogni medico, soprattutto del MMG che rappresenta il primo e principale inter-
locutore del paziente. Nell’anamnesi che quotidianamente facciamo ai nostri assistiti dovremmo
infatti ricordarci di domandare a tutti i nostri pazienti quanto e come dormono. Questo perché le
patologie cardiovascolari possono essere causa di insonnia e l’insonnia può a sua volta aumentare
il rischio cardiovascolare e influire sulla prognosi di un paziente con patologia cardiovascolare nota.

A cura della Dott.ssa Chiara Gado e della Dott.ssa Patrizia Mathieu
   113   114   115   116   117   118   119   120   121   122   123